[49] Si quae non nupta mulier domum suam patefecerit omnium cupiditati palamque sese in meretricia vita collocarit, virorum alienissimorum conviviis uti instituerit, si hoc in urbe, si in hortis, si in Baiarum illa celebritate faciat, si denique ita sese gerat non incessu solum, sed ornatu atque comitatu, non flagrantia oculorum, non libertate sermonum, sed etiam complexu, osculatione, actis, navigatione, conviviis, ut non solum meretrix, sed etiam proterva meretrix procaxque videatur: cum hac si qui adulescens forte fuerit, utrum hic tibi, L. Herenni, adulter an amator, expugnare pudicitiam an explere libidinem voluisse videatur?
[50] Obliviscor iam iniurias tuas, Clodia, depono memoriam doloris mei; quae abs te crudeliter in meos me absente facta sunt, neglego; ne sint haec in te dicta, quae dixi. Sed ex te ipsa requiro, quoniam et crimen accusatores abs te et testem eius criminis te ipsam dicunt se habere. Si quae mulier sit eius modi, qualem ego paulo ante descripsi, tui dissimilis, vita institutoque meretricio, cum hac aliquid adulescentem hominem habuisse rationis num tibi perturpe aut perflagitiosum esse videatur? Ea si tu non es, sicut ego malo, quid est, quod obiciant Caelio? Sin eam te volunt esse, quid est, cur nos crimen hoc, si tu contemnis, pertimescamus? Quare nobis da viam rationemque defensionis. Aut enim pudor tuus defendet nihil a M. Caelio petulantius esse factum, aut impudentia et huic et ceteris magnam ad se defendendum facultatem dabit.
[49] Ma se una donna, che non abbia marito, apra la casa propria alle brame di tutti, si metta a fare apertamente una vita da meretrice, usi banchettare con uomini a lei affatto estranei; se questo essa faccia in città, in villa, in mezzo alla folla di Baja; se si comporti, non solo nel modo di camminare ma anche nel modo di acconciarsi e nella compagnia, non solo nello scintillio degli occhi e nella libertà del linguaggio ma anche coi baci e gli abbracci sulle spiagge e a bordo e a cena, in modo tale da manifestarsi non semplice prostituta, ma prostituta sfrontata e procace: dimmi tu, Erennio, un giovanotto che per caso le si accompagnasse lo chiameresti tu adultero, o amante; diresti tu ch’egli voglia attentare al pudore di lei, o soddisfarne la libidine?
[50] Io voglio dimenticare, o Clodia, le tue ingiurie, e cancellare il ricordo delle mie sofferenze; voglio passar sopra a tutto quanto, durante mia assenza [da Roma], tu hai crudelmente operato in danno dei miei… Non siano mai dette contro di te le cose che io ho dette or ora! Questo ti chiedo, poiché gli accusatori affermano di tenere da te stessa e l’accusa e la testimonianza: se esistesse una donna, diversissima da te, quale io poc’anzi ho descritta, una meretrice per vita e costumi, e con essa un giovane avesse avuto una relazione, ti parrebbe un caso straordinariamente vergognoso e scellerato? Ebbene: se tu non sei quella donna (come io voglio pensare), di che accusano dunque Celio? Se vogliono che tu lo sia, perché dovremmo noi temere di un’accusa, che tu per prima condanni? Dacci dunque tu stessa la via e il modo della difesa: poiché, o nel tuo pudore tu escluderai che Marco Celio si sia comportato con te in modo sconveniente, oppure la tua spudoratezza darà a lui e a tutti gli altri l’arma migliore per difendersi.
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