Cicerone è l’autore latino che ha lasciato più scritti in assoluto. È un personaggio significativo per ciò che riguarda l’ambito politico, sociale, storico e letterario del suo tempo dovuto anche alla molteplicità di interessi perseguiti.
Vive a pieno il periodo denominato “crisi della repubblica” dove si ha un progressivo smarrimento degli ideali del mos maiorum e delle istituzioni repubblicane, di cui Cicerone è convinto sostenitore. Ciò, ad un’analisi successiva, può parere un errore: non ha infatti riconosciuto il cambiamento ormai avvenuto a livello socio-politico e culturale dell’impero romano e l’inadeguatezza delle istituzioni repubblicane a governo di un territorio troppo vasto.
La ricerca di realizzazione del suo disegno politico lo ha portato più volte davanti ad accuse di ambiguità, da parte dei critici, in quanto capace di modificare programmi politici e alleanze in base alla presa del potere da parte di alcuni personaggi; l’obiezione mossa a questa critica si identifica nel sostenere che Cicerone fosse invero assai realista, e desiderasse trovare un alleato potente per perseguire quello che era il suo ideale politico.
Cicerone è un autore che ha segnato una svolta dal punto di vista retorico: è colui che ha posto i canoni per la costruzione del testo argomentativo. La sua produzione comprende opere politiche, retoriche e filosofiche, a cui si va ad aggiungere un epistolario (scoperto da Petrarca), nel quale viene presentato un aspetto nascosto della personalità dell’Arpinate.
Ai tempi di Cicerone esistevano due correnti stilistiche principali:
Inizialmente Cicerone approccia la corrente dell’asianesimo, ma con il tempo matura uno stile proprio, caratterizzato da periodi ampi, ipotattici, da una subordinazione su più gradi e da un’armonia che viene definita concinnitas. Questo stile riflette la solidità degli ideali di riferimento dell’oratore a differenza, per esempio, di quelli di Sallustio, che prediligeva periodi brevi e concitati ad espressione di affanno e turbamento.
Nonostante questi siano i caratteri principali della prosa ciceroniana, è altresì vero che l’Arpinate adatta il suo scrivere alle esigenze retoriche dell’orazione.
La produzione ciceroniana annovera scritti oratori, che dovevano essere pronunciati in tribunale per perseguire diversi scopi. In particolare si hanno due tipologie di orazione: